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i problemi dell'anima

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Elvira
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Messaggio  novella Gio Apr 15, 2010 6:02 am

Sintomi e Diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità

instabilità - alterazioni dell'umore - impulsività - tentativi di suicidio - aggressività

La Diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (BPD)
la valutazione diagnostica di un disturbo di personalità così invalidante come il disturbo borderline deve essere accurata e non si dovrebbe limitare al riconoscimento di alcuni sintomi. Il processo di valutazione diagnostica, in quanto prestazione sanitaria, può essere elargito soltanto da professionisti della salute.
Lo psicologo può avvalersi sia del colloquio psicologico, strumento preferenziale per la diagnosi ed il trattamento in ambito psicologico-clinico sia consigliare di rivolgersi ad un tecnico, in caso di dubbi, per approfondimenti con una batteria di test.
La valutazione diagnostica in psicologia prende in considerazione non soltanto la presenza dei sintomi ed i criteri di esclusione ma anche il funzionamento psico-sociale del paziente. Il legame tra diagnosi e cura in psicologia non è lineare. Ovvero ad una diagnosi di disturbo borderline non segue una cura uguale per ogni paziente con la stessa valutazione fenomenologica.
Lo studio dei processi psico-sociali che sostengono e mantengono il problema è la condizione necessaria per realizzare trattamenti specifici per ogni paziente. Questo ha reso gli attuali interventi psicologici più efficaci per la cura del paziente con diagnosi di BPD. Attualmente riteniamo inoltre che i trattamenti indiretti, ovvero le forme di trattamento senza la presenza del paziente ma con la presenza di un familiare significativo, sia le forme di trattamento più efficaci per la gestione e la remissione delle principali condotte impulsive.
In questo contesto non si utilizzerà una diagnosi come se fosse un'etichetta da attribuire ad una persona. Anche in caso di sintomi simili, quindi, si focalizza l'attenzione clinica su come il paziente ed il suo sistema di vita reagiscono a tali comportamenti, azioni e pensieri sintomatici.

ATTENZIONE: UN PERICOLO DIAGNOSTICO
Il paziente borderline può essere confuso con un paziente affetto da disturbo bipolare II o disturbi ciclotimico proprio in virtù dell'instabilità dell'umore. La valutazione diagnostica in casi così complessi non può risolversi in un solo incontro ma è necessario un processo diagnostico-differenziale.
Ricevere una diagnosi di disturbo bipolare II anziché di disturbo borderline, in alcuni ambienti di cura soprattutto medico-psichiatrici, significa utilizzare specifici interventi farmacologici che potrebbero, in alcuni casi, aggravare il problema anziché risolverlo.
La valutazione clinica attenta può agevolare il processo di remissione.
Il consiglio è, qualora la diagnosi venga attribuita con superficialità e nel giro di una sola seduta, di rivolgersi ad un altro professionista.
L'atteggiamento dello psicologo è addirittura di evitare qualsiasi etichetta diagnostica che può rivelarsi, in alcuni casi, di ostacolo al trattamento.

I Criteri Diagnostici del DSM-IV-TR
Riportiamo di seguito i criteri diagnostici fenomenologici del disturbo borderline di personalità, ricordando che non sono comunque sufficienti per una diagnosi positiva. Rivolgersi ad uno psicologo è sempre necessario. Una lettura dei sintomi senza l'esperienza clinica e la conoscenza dei criteri di esclusione, dei processi diagnostico-differenziali e delle possibilità di comorbidità potrebbe produrre come fenomeno la sensazione che ognuno possa, in un modo o nell'altro, essere diagnosticato positivamente. Rivolgetevi sempre a professionisti esperti in materia.

Diagnosi Fenomenologica (Elenco dei Sintomi)
Il DSM-IV-TR, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, include il disturbo borderline nel gruppo B dei disturbi di personalità e lo indica come:
Una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé e dell'umore e una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:

- sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono

- un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione

- alterazione dell'identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili

- impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (spendere oltre le proprie possibilità, sessualità promiscua e a rischio, abuso di sostanze, abuso di alcol, guida spericolata, abbuffate e condotte bulimiche)

- ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante (autolesionismo, tagli su braccia e gambe, bruciature di sigaretta, ecc.)

- instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (per es., episodica intensa disforia, irritabilità o ansia, che di solito durano poche ore, e soltanto raramente più di pochi giorni)

- sentimenti cronici di vuoto

- rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici)

- ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.

(fonte: http://www.srmpsicologia.com/home.htm)
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Messaggio  novella Gio Apr 15, 2010 7:39 am

AUTOLESIONISMO

Ancora quella sensazione. Ti svegli e vedi sangue sulle lenzuola e sul tappeto. Libri e pezzi di carta sparsi in tutta la stanza. Mobili rotti. Quel pizzicore familiare sulle braccia, sul torso. La faccia è sbavata di rosso. Stava andando così bene: tredici giorni dall'ultima volta. Ti senti intorpidito, confuso, mezzo ubriaco, stupido. Hai appena le forze per alzarti: non mangi da tre giorni e hai perso molto sangue. Che cosa stai cercando di dimostrare? La cameriera entra e vede i fazzolettini macchiati di sangue sul pavimento, ti guarda non è sicura di capire bene. Cerchi di ricotruire esattamente quello che è successo durante la notte...
Hai lavorato fino a tardi, volevi uscire e rilassarti, divertirti. Non c'era nessuno. Sei andato all'enoteca, hai comprato da bere, ti sei seduto nella tua stanza, ascoltando la tua musica preferita, violenta e deprimente. Ti accorgi che qualcosa, dentro, sta traboccando. Ti sembra di essere sul punto di esplodere da un momento all'altro. Ti si riempiono di lacrime gli occhi, cominci a piagere. Il pianto si trasforma in grida, lamenti, urla. Cerchi di trattenerti. Cominci a prendere a calci la porta. Butti la roba in giro per la stanza, fuori dalla finestra. Non riesci a calmarti. Non sai neppure che cosa ti abbia ridotto in questo stato. Ti pianti le unghie nella pelle del polso. Non senti niente. E' come se stessi guardando un film su qualcun'altro, non sei tu. Ti togli la camicia, ti guardi allo specchio. Odio, disgusto, frustrazione, rabbia, rimorso. Quasi come in un rituale, senza nemmeno pensare a quel che fai, prendi la lametta... sangue che gocciola. Ci sfreghi su qualcosa di antisettico, lo rifai, fino a quando sei calmo, soddisfatto. Spalmi sangue in giro. É brutto, ma il sangue è reale, è umano, ti fa sentire bene! Al tempo stesso, provi dolore, te lo meriti. Lo racconti a qualcuno.
Ti dicono che sei un manipolatore, che cerchi attenzione. Ci credi. Serve solo a farti stare peggio. Alcuni pensano che tu sia malato, o matto. Poche persone capiscono ma sono ancora troppo preoccupate, scioccate dalla cosa. Qualcuno pensa che tu abbia tendenze suicide. Non è vero.
Tagliarsi non è un modo per cercare attenzione. Non è una manipolazione. E' un meccanismo per affrontare i problemi, punitivo, gradevole, potenzialmente pericoloso, ma efficace. Mi aiuta a sopportare le forti emozioni che non so come gestire. Non ditemi che sono malato, non ditemi di smettere. Non cercate di farmi sentire in colpa, mi accade già. Ascoltatemi, sostenetemi, aiutatemi.

Dal libro "Un urlo rosso sangue" di Marilee Strong

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L'autolesionismo (il termine tecnico è Repetitive Self-Harm Syndrome Sindrome da auto-lesionismo ripetuto)viene in genere definito come il tentativo di causare intenzionalmente un danno al proprio corpo, lesionandosi in modo di solito abbastanza grave da provocare danni ai tessuti o agli organi. E’ considerata una vera e propria patologia. Le persone affette da questo disturbo si fanno del male in diversi modi: tagliandosi con una lametta, bruciandosi con una sigaretta, graffiandosi, strappandosi i capelli, sbattendo contro qualcosa, ecc..

Forme di autolesionismo.
Si possono identificare, grosso modo, tre forme di autolesionismo:
- Automutilazione grave (molto rara), che produce un danno irreversibile ad un parte del proprio corpo, ad esempio uno sfregio permanente in viso.
- Automutilazione leggera (la più diffusa) che si manifesta col tagliarsi, bruciarsi, strapparsi i capelli, fratturarsi un osso, urtare, ed ogni altro metodo usato per ferirsi.
- Automutilazione latente (la più subdola) perchè si nasconde in determinate forme di dipendenza e disagio come la tossicodipendenza, la bulimia, l'attività fisica eccessiva. Esse possono considerarsi forme poco manifeste, ma molto insidiose.

Chi è l’autolesionista:
Può colpire tutti, indipendentemente dall'età, dal grado di istruzione e dalla classe sociale, anche se sono in prevalenza donne, forse, a causa di fattori sociali. Tradizionalmente, agli uomini viene permesso di esprimere la propria aggressività, alle donne viene invece insegnato a reprimerla o quando questo non è più possibile, a rivolgerla verso se stesse.
Le donne, spesso, oltre all' autolesionismo presentano disturbi del comportamento alimentare come anoressia e bulimia. Alcune ragazze di fronte ad un momento di malessere reagiscono alternando comportamenti bulimici (abbuffate seguite da vomito o abuso di lassativi) a quelli autolesivi.
Inoltre l’autolesionista, a volte, presenta depressione, con pensieri di tipo suicida. In alcuni casi, il malessere è così forte che la persona sente che o si taglia o si suicida.
Non si piace, odia il suo corpo, non ha fiducia in se e neppure negli altri.
Molti degli autolesionisti tendono ad essere perfezionisti, incapaci di gestire e di manifestare verbalmente intense emozioni. Non si piacciono, odiano il proprio corpo e possono avere gravi sbalzi d’umore. È possibile, talvolta, che abbiano subito abusi sessuali o violenza psicologica nell’infanzia.
L'autolesionista non rappresenta un pericolo per la società perché la violenza è sempre e solo rivolta verso di sé, mai verso altri. Perché?
Vari possono essere i motivi.
- Per scaricare lo stress: autolesionarsi ed il dolore fisico correlato placano lo stress. Tutto il disagio interiore che non si è in grado di gestire viene tramutato in sofferenza fisica, quindi più facilmente gestibile e più reale della sofferenza emozionale che è impalpabile. Per un po' ci si occupa solo del dolore fisico, distogliendosi temporaneamente da quello interiore
- Per mostrare agli altri che si sta davvero soffrendo, offrendo loro qualcosa di concreto e di comunemente accettato come "dolore". Così si esiste agli occhi degli altri. Le cicatrici sulla pelle rendono visibile esteriormente la sofferenza che si ha dentro, è un modo per comunicare agli altri il proprio dolore. I comportamenti autolesivi sono una richiesta di aiuto.
- Ci si sente talmente morti dentro, talmente apatici dal ricercare nella sofferenza fisica una prova che si è ancora vivi. Non si è in legame con il proprio corpo e il dolore fisico è l'unico modo che si ha per sentire di esistere, per percepire il proprio corpo.
- Come sostituto di un desiderio di suicidio.
- Per punirsi di proprie azioni o sensi di colpa.
Si possono riassumere le possibili cause di un comportamento autolesionista in questa frase: "Si preferisce provare un dolore fisico per non provare un più profondo e doloroso dolore interiore"

Indicazioni utili:
- Non isolarsi ma far presente la problematica ad una persona a noi significativa al fine che possa diventare un "sos" nei momenti di crisi acuta.
- Nel momento in cui si manifesta la crisi acuta svolgere un'attivita "lesionistica" rivolta ad un oggetto esterno, quale "picchiare" un oggetto morbido al fine di "scaricare" la rabbia.
- Uscire immediatamente di casa.
- Nei momenti non di crisi acuta praticare un’attività fisica che "svuota" in qualche maniera della rabbia accumulata.
- Esprimere la propria rabbia anche attraverso qualche forma artistica, come dipingere e disegnare ad esempio.
Ma soprattutto non bisogna vergognarsi di ammettere di essersi volutamente feriti, per timore di non essere capiti, di essere giudicati negativamente o di essrere considerati dei pazzi. Invece non c'è motivo di cui vergognarsi, sia perché gli autolesionisti non sono pazzi, sia perché tale fenomeno è più comune di quanto si creda, in forma più o meno patologica.
Se la buona volontà personale di combattere l’autolesionismo non produce significativi miglioramenti bisogna chiedere, senza esitazione, timore e vergogna, aiuto ad un’esperto.

(fonte: http://www.iltuopsicologo.it)


Ultima modifica di novella il Gio Apr 15, 2010 11:06 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  Elvira Gio Apr 15, 2010 10:55 am

Grazie Piccola grande Donna...

(mi permetto di entrare in questo tuo spazietto per dirti grazie. quello che scrivi ci aiuta a comprendere tante cose che spesso ci sfuggono) bacini
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Messaggio  novella Gio Apr 15, 2010 11:13 am

Grazie lo vorrei dire io a chi ha voglia di leggere... i problemi dell'anima 20922
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Messaggio  pinhead74 Gio Apr 15, 2010 8:01 pm

La gente leggerà....
Sono argomenti sì forti, ma vale la pena parlarne e discuterne.
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Messaggio  novella Lun Apr 19, 2010 9:39 am

DEPRESSIONE

La depressione è un disturbo diffuso tra la popolazione generale e quindi molto ben conosciuto.
Sembra, infatti, che ne soffra dal 10% al 15% della popolazione, con una frequenza maggiore tra le donne.
Il Disturbo Depressivo è associato ad una elevata mortalità. Fino al 15% degli individui con un Disturbo Depressivo grave muore per suicidio.
Altri disturbi sono frequentemente presenti contemporaneamente alla depressione (per es., Disturbi Correlati a Sostanze, Attacchi di Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo Borderline di Personalità).
Fino al 20%-25% degli individui con certe condizioni mediche generali (per es., diabete, infarto del miocardio, carcinomi, ictus) svilupperanno la depressione nel corso del tempo. D'altra parte, il trattamento della condizione medica generale è più complesso, e la prognosi è meno favorevole, se è presente il Disturbo Depressivo.
La depressione (Singola o Ricorrente) è due volte più comune nelle femmine adolescenti e adulte che nei maschi adolescenti e adulti. Nei bambini prepuberi, maschi e femmine sono ugualmente affetti. Le frequenze negli uomini e nelle donne sono più elevate nel gruppo di età dai 25 ai 44 anni mentre le frequenze sono più basse sia per gli uomini che per le donne oltre i 65 anni.
Il Disturbo Depressivo può esordire ad ogni età, con un'età media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni hanno episodi di depressione isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l'aumentare dell'età. Alcuni dati suggeriscono che i periodi di remissione generalmente durano più a lungo all'inizio del decorso del disturbo. Il numero di episodi precedenti predice la probabilità di sviluppare un successivo Episodio Depressivo.
Tra le possibili cause della depressione troviamo fattori di tipo psicosociale, ma anche di tipo genetico e biologico. Gli Episodi del Disturbo Depressivo spesso seguono un grave evento psicosociale stressante, come la morte di una persona cara o il divorzio. Gli studi suggeriscono che gli eventi psicosociali (eventi stressanti) possono giocare un ruolo più significativo nel precipitare il primo o il secondo episodio del Disturbo Depressivo e avere meno importanza per l'esordio degli episodi successivi. Tra questi eventi possiamo trovare anche cambiamenti nelle condizioni lavorative o l’inizio di un nuovo tipo di lavoro, la malattia di una persona cara, gravi conflitti familiari, cambiamenti nel giro di amicizie, cambiamenti di città, ecc.
Gli studi supportano l’ipotesi dell’ereditabilità della depressione, infatti i figli di genitori depressi presentano un rischio più elevato di sviluppare depressione. Tra le cause della depressione si hanno anche modificazioni a livello biologico, nella regolazione di alcune sostanze come neurotrasmettitori e ormoni.
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Messaggio  misterto Mar Apr 20, 2010 8:25 am

Leggo sempre tutto quello che scrivete solo che a me certi argomenti dove si parla di sangue ..suicidi ..depressioni e altri mali dell'anima ...mi incutono paura.....e non li capisco a fondo.....ciao
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Messaggio  Elvira Mar Apr 20, 2010 10:13 am

tonino46 ha scritto:Leggo sempre tutto quello che scrivete solo che a me certi argomenti dove si parla di sangue ..suicidi ..depressioni e altri mali dell'anima ...mi incutono paura.....e non li capisco a fondo.....ciao

sai toni...il più grande problema per chi ha un 'problema dell'anima' è la solitudine...credo...
ma io ti invito anche se a volte incutono paura...di avvicinarti a queste problematiche...e cercare di cogliere la profondità dell'anima della persona
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Messaggio  novella Gio Apr 22, 2010 8:30 am

Esaurimento Nervoso

La neurastenia costituzionale può riguardare maggiormente individui molto emotivi con tendenza all'introspezione e con crisi di malumore. Oltre ad una predisposizione costituzionale di ordine psichico, ve ne può essere una di natura organica; molto spesso, i neurastenici riscontrano ipotensione arteriosa (valori molto bassi della pressione) o disturbi endocrini (cioè delle ghiandole). A monte di disturbi neurastenici ci possono anche essere l'eccessivo lavoro fisico ed intellettuale o la tensione emotiva dovuta alle preoccupazioni, alle frustrazioni legate ad un lavoro insoddisfacente, ecc... Inoltre, le emozioni intense e prolungate, i conflitti interiori, la difficoltà nei rapporti interpersonali e professionali, le sofferenze morali dovute a lutti familiari, ecc. sono fattori che possono agire nel causare la neurastenia. I sintomi di questa malattia possono essere: l'astenia (sensazione di indebolimento e di stanchezza), la cefalea (mal di testa), i ronzii alle orecchie, i disturbi della vista, i capogiri, l'insonnia, i disturbi di natura sessuale, la depressione, l'inappetenza (mancanza di appetito), i disturbi gastrointestinali (ovvero dell'apparato digerente), le palpitazioni, le lipotimie (svenimenti), il senso di soffocamento o di oppressione, ecc... E' utile il consulto dello psicologo.
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Messaggio  Elvira Gio Apr 22, 2010 10:28 am

ma chi sta accanto a queste persone cosa può fare?
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Messaggio  novella Mar Giu 01, 2010 9:18 pm

A volte vorrei capire cosa capiscono le persone di me... tipo se sono nera perché mi vedono bianca? Capirei grigia magari, può capitare, blu ecco... ma bianca no! Forse non faccio capire come sono fatta? A me sembra di essere fin troppo esplicita in tutto. Se sono triste lo dico, preoccupata lo dico, felice lo dico... se voglio bene lo dico altrimenti non lo dico. Se dico una cosa è quella che voglio dire, non intendo altro e non alludo a sottintesi. Se faccio una cosa è perché ci credo e ne ho passione, altrimenti, a meno che non si stia parlando di lavoro, non la faccio. Se chiedo una cosa è perché mi interessa saperla. Se mi preoccupo per una persona vuol dire che ci tengo. Sono semplice. Sono dello stesso colore davanti e dietro, non ho una parte nera e una bianca... sono uniforme. Forse sono solo scema. Forse la gente vede ciò che vede e se ne sbatte se è colore bianco o nero o grigio o rosso o giallo. Nella testa di qualcuno può esserci il pensiero che io sia di un altro colore e pensa: "guarda questa che si finge nera, la stronza... lo farà per nascondere i pois giallo canarino". E magari io non ho mai visto dei pois giallo canarino in vita mia. Io non capisco... così è la vita... forse dovrei rassegnarmi...
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Messaggio  mella Mar Giu 01, 2010 9:37 pm

novella ha scritto:A volte vorrei capire cosa capiscono le persone di me... tipo se sono nera perché mi vedono bianca? Capirei grigia magari, può capitare, blu ecco... ma bianca no! Forse non faccio capire come sono fatta? A me sembra di essere fin troppo esplicita in tutto. Se sono triste lo dico, preoccupata lo dico, felice lo dico... se voglio bene lo dico altrimenti non lo dico. Se dico una cosa è quella che voglio dire, non intendo altro e non alludo a sottintesi. Se faccio una cosa è perché ci credo e ne ho passione, altrimenti, a meno che non si stia parlando di lavoro, non la faccio. Se chiedo una cosa è perché mi interessa saperla. Se mi preoccupo per una persona vuol dire che ci tengo. Sono semplice. Sono dello stesso colore davanti e dietro, non ho una parte nera e una bianca... sono uniforme. Forse sono solo scema. Forse la gente vede ciò che vede e se ne sbatte se è colore bianco o nero o grigio o rosso o giallo. Nella testa di qualcuno può esserci il pensiero che io sia di un altro colore e pensa: "guarda questa che si finge nera, la stronza... lo farà per nascondere i pois giallo canarino". E magari io non ho mai visto dei pois giallo canarino in vita mia. Io non capisco... così è la vita... forse dovrei rassegnarmi...


Sei te stessa!!....fregatene di come ti possano vedere gli altri, tu sei tu e basta!...speciale per noi!
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Messaggio  Elvira Mer Giu 02, 2010 6:39 am

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Messaggio  mella Mer Giu 02, 2010 9:18 am

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Messaggio  calimera Mer Giu 02, 2010 4:56 pm

mi associo al pensiero di mella
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Messaggio  misterto Mer Giu 02, 2010 6:32 pm

per Novi i problemi dell'anima 339432 i problemi dell'anima 339432 ti sono vicino col pensiero e col cuore
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Messaggio  novella Mer Giu 02, 2010 6:55 pm

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Messaggio  pinhead74 Gio Giu 03, 2010 5:03 am

Novi.... Ti conosco da tantissimo tempo ormai... So come sei, so cosa pensi e so che sei una persona splendida... Non ha importanza se certe persone ti vedono in un modo e altre in un altro... Non ha importanza se qualcuno non capisce come sei fatta veramente.... C'è già troppa ipocrisia in giro, quindi essere se stessi è il modo migliore per farsi conoscere... Se poi gli altri ci accettano per quello che siamo bene, altrimenti ognuno seguirà la sua strada senza rimpianti....
In questo forum, fatto di persone vere, persone con la P maiuscola, tutti ti adorano perché conoscono la vera Novi... Una persona sincera che dice quel che pensa senza preoccuparsi del giudizio degli altri!!!! Ed è così che devi continuare ad essere..... i problemi dell'anima 46473

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