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PSORIASI: FONDAMENTALE L'APPROCCIO PSICOLOGICO

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Messaggio  enrico Ven Ott 25, 2013 9:11 am



Psoriasi: fondamentale
l’approccio psicologico

Ansia e depressione legate alla malattia
possono essere prevenute e controllate

I malati di psoriasi nel 46% tendono a sottovalutare il problema e , all’inizio, cercano di curarsi da soli nel 25% dei casi. Questo anche perché anche spesso non sanno a chi rivolgersi (oltre il 20%). Lo indicano i dati della prima indagine sul percorso assistenziale, svolta su oltre 1500 pazienti e presentata a Roma il 24 ottobre dall’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (A.D.I. PSO.). I medici di famiglia inviano i pazienti a un centro di riferimento solo nel il 15% dei casi, e prescrivono una visita da un dermatologo nel 16%. Presa coscienza del problema, comunque solo il 32% dei pazienti si rivolge subito al centro di riferimento regionale. Eppure chi ne soffre denuncia un peggioramento della qualità di vita nel 66% dei casi, ansia e depressione nel 43%. Da non sottovalutare l’imbarazzo, che porta non di rado a importanti problemi di socialità. «Abbattere il muro della stigmatizzazione sociale causata dalla malattia – dichiara Mara Maccarone, Presidente dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (A.D.I. PSO.) – è il principale obiettivo della nostra Associazione. Occorre portare a conoscenza di tutti che la psoriasi può essere adeguatamente curata e controllata attraverso interventi terapeutici personalizzati, presso i Centri Specialistici presenti in diverse Regioni del territorio, in grado di migliorarne o arrestarne il decorso. Oggi esistono cure efficaci che aiutano a tenere sotto controllo la malattia. Purtroppo il problema, che non è stato ancora risolto, è la disomogeneizzazione da parte delle Regioni nel far curare i loro cittadini affetti da questa patologia così importante e di forte impatto sociale. Ci sono inoltre novità che stanno emergendo nel campo delle genetica che cercano di fare luce sui fattori che determinano la malattia».

LE CURE - «Nell’approccio e trattamento della psoriasi – conferma Sergio Chimenti, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – non può essere sottovalutato l’importante impatto psicologico. Al fine di controllare meglio questa possibile evoluzione della malattia verso un disagio psico-emotivo, alla prima comparsa di macchie cutanee più o meno estese, localizzate principalmente sulle ginocchia, sui gomiti e sull’osso sacro (ma non sono escluse anche altre aree del copro quali il cuoio capelluto, le unghie e la lingua), occorre rivolgersi tempestivamente ad uno specialista. Oggi infatti le cure esistono e sono molte: da quelle standard, a base di ciclosporina e metotrexate, a quelle, qualora vi fossero controindicazioni o refrattarietà a questi due farmaci, di ultima generazione rappresentate dai farmaci biologici. Agire tempestivamente sulla malattia, significa limitare anche l’insorgenza di importanti complicazioni».

ARTRITE PSORIASICA - «La psoriasi, infatti – aggiunge Roberto Perricone, Direttore della UOC Reumatologia UOC Allergologia ed Immunologia Clinica del Policlinico Tor Vergata di Roma – può avere anche un risvolto grave e invalidante, rappresentato dall’evoluzione verso l’artrite psoriasica, ossia uno stato infiammatorio cronico che interessa le articolazioni, che si verifica all’incirca nel 30% dei casi, generato dalla natura immunologica della malattia. L’artrite psoriasica se non viene adeguatamente riconosciuta, diagnosticata e trattata alla comparsa di dolori o limitazioni articolari anche sfumati, può portare a una importante riduzione dell’autonomia». Riconoscere e trattare tempestivamente l’artrite psoriasica permetterà non soltanto di ottenere un guadagno eccezionale dai provvedimenti terapeutici straordinari di cui oggi disponiamo, ma anche di potere cambiare la sua storia naturale».

STILI DI VITA - Molto, nella gestione della malattia, dipende anche dai comportamenti personali e dallo stile di vita condotto. «Non fumare ed avere un regime alimentare corretto – spiega Mauro Picardo, responsabile della Fisiopatologia Cutanea dell’Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS di Roma – consente una migliore gestione della malattia. Diversi studi, anche italiani, hanno infatti dimostrato che un regime dietetico che riduca gli alimenti ricchi di grassi saturi (burro, latticini, formaggi e insaccati), la carne rossa per il contenuto di Omega 6 e aumenti la quantità di pesce (gli Omega 3 svolgono una azione antinfiammatoria) e mantenga o incrementi l’apporto di frutta e verdura, a favore del miglioramento dell’aspetto metabolico può contribuire, indipendentemente dal tipo di terapia assunta, a prevenire l’insorgenza delle recidive o a ridurne l’incidenza e a migliorare la risposta al trattamento. Fondamentale è anche l’abolizione del fumo di sigarette (mentre oggi fumano o hanno fumato all’incirca il 70% dei pazienti con psoriasi) per evitare la compromissione della malattia e la minore risposta ai trattamenti sia tradizionali che biologici. A queste abitudini deve essere affiancata regolare attività fisica con buone camminate o del jogging o una modica attività in palestra».

24 ottobre 2013
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