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raccomandazioni: un decalogo per l'artrite reumatoide.....e non solo

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Messaggio  mella Mar Mag 18, 2010 11:54 am

RACCOMANDAZIONI
Un decalogo per l’artrite reumatoide
Come per le altre malattie croniche non basta limitarsi ad alleviare i sintomi nel breve termine



MILANO - L’artrite reumatoide è una malattia cronica e come tale va trattata. Non limitandosi semplicemente a contrastare la sintomatologia dolorosa ma somministrando terapie che prevengano il danno strutturale nel lungo periodo e consentano quindi di mantenere una qualità di vita elevata. È questo il messaggio chiave delle nuove raccomandazioni, che indicano gli obiettivi terapeutici da perseguire nei pazienti con artrite reumatoide. Dieci punti in cui viene preso atto dei cambiamenti sopravvenuti nell’ultimo quindicennio nella conoscenza della malattia e nella disponibilità di trattamenti e che non sempre sono stati recepiti correttamente da medici e pazienti.

I PRINCIPI - Il «decalogo» è accompagnato da una cornice di carattere generale che esprime «la filosofia di come deve essere trattata l’artrite reumatoide», ha illustrato Carlomaurizio Montecucco, direttore del reparto di Reumatologia del Policlinico San Matteo di Pavia e tra gli estensori del documento. Innanzitutto, ha spiegato il reumatologo, è essenziale «che il trattamento debba essere basato su una decisione condivisa tra il paziente e il medico. Dal momento che si tratta di una strategia terapeutica di lungo periodo, basata sulla prevenzione della deformità e non solo sul controllo dei sintomi, deve esserci una sorta di contratto fiduciale tra medico e paziente». Sono inoltre illustrate le finalità del trattamento: «L’obiettivo principale - ha proseguito - è massimizzare la qualità di vita a lungo termine, dunque controllare i sintomi, prevenire il danno strutturale e normalizzare la capacità di svolgere attività fisica e una normale vita di relazione. Il modo principale per farlo è “abrogare” l’infiammazione e “spegnere” quindi l’attività di malattia». Dal punto di vista pratico ciò si traduce nel «misurare con parametri scientificamente validati l’attività di malattia e modificare il trattamento finché non abbiamo raggiunto il livello minimo di attività di malattia».

COME LE ALTRE MALATTIE CRONICHE - Le nuove raccomandazioni non aggiungono molto dal punto di vista clinico al trattamento della malattia, ma fissano dei punti di riferimento e soprattutto si sforzano di «far capire che l’artrite reumatoide non è diversa da malattie croniche come diabete e ipertensione e, come queste, se non adeguatamente curata ha conseguenze disabilitanti e può portare a morte precoce», ha precisato Montecucco. «La tipologia di approccio quindi deve essere la stessa e, così come per il trattamento del diabete e dell’ipertensione, deve prescindere dai sintomi e puntare al completo controllo della patologia. Se non si riesce ad ottenere la remissione completa - ha concluso - va comunque raggiunta una bassa attività di malattia in modo tale da prevenire le conseguenze invalidanti».

LE RACCOMANDAZIONI
1.Il primo obiettivo del trattamento dell’artrite reumatoide dovrebbe essere il raggiungimento dello stato di remissione clinica.
2.La remissione clinica è definita come l’assenza di segni e sintomi significativi di attività infiammatoria.
3.La remissione resta il primo obiettivo, tuttavia anche un basso livello di attività della malattia può essere un accettabile obiettivo terapeutico alternativo, soprattutto in quei pazienti in cui la malattia si protrae da molto tempo.
4.Finché l’obiettivo terapeutico desiderato non sia raggiunto, la terapia farmacologica deve essere aggiustata almeno ogni tre mesi.
5.Le misurazioni del livello di attività della malattia devono essere ottenute e documentate regolarmente, mensilmente per i pazienti con livello di attività della malattia alto o moderato, meno frequentemente (tra 3 e 6 mesi) per i pazienti con livello di attività della malattia basso o in remissione.
6.Per guidare le decisioni terapeutiche nella pratica clinica di routine è necessario l’uso di scale di misurazione composite per la valutazione del livello di attività della malattia, che includano anche una valutazione delle articolazioni colpite.
7.Quando vengono prese decisioni cliniche, in aggiunta alle scale di misurazione del livello di attività della malattia, è necessario prendere in considerazione i cambiamenti strutturali e il peggioramento funzionale.
8.L’obiettivo terapeutico desiderato dovrebbe essere mantenuto per tutto il corso della patologia.
9.La scelta della scala di misurazione del livello di attività della malattia e l’obiettivo terapeutico possono essere influenzati dalla presenza di altre malattia, fattori connessi al singolo paziente e rischi connessi all’uso di farmaci.
10.Il paziente deve essere appropriatamente informato circa gli obiettivi terapeutici e la strategia messa a punto per raggiungerli sotto la supervisione del reumatologo.

Antonino Michienzi
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