Artrite reumatoide: le cliniche «della diagnosi precoce»
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Artrite reumatoide: le cliniche «della diagnosi precoce»
SANITÀ
Artrite reumatoide: le cliniche
«della diagnosi precoce»
Esistono strutture dedicate all'individuazione tempestiva della malattia per attuare le cure più efficaci
PAVIA – Se c’è un sospetto di artrite, meglio intervenire subito. La diagnosi precoce permette di evitare gravi disabilità, a volte anche irreversibili. per questo sanno nascendo le cosiddette Early artrithis clinic: strutture focalizzate su questo obiettivo.
PRONTO INTERVENTO – «È fondamentale che la prima visita avvenga dalle 6 settimane fino al massimo 12 mesi dalla comparsa dei primi sintomi, per questo la nostra lista d’attesa non supera mai i 15 giorni» , commenta Roberto Caporali, che dirige la Early artrithis clinic nata 6 anni fa all’interno della divisione di Reumatologia dell'ospedale San Matteo di Pavia, la prima, in Italia, a diventare una struttura autonoma. «L’efficienza del servizio è garantita dalla selezione dei pazienti, fatta direttamente negli ambulatori di medicina generale: per evitare problemi di intasamento, l’accesso al centro non può essere richiesto direttamente dal paziente. Per questo abbiamo informato i medici curanti di Pavia e provincia su quali siano i criteri di invio per una diagnosi precoce e, in effetti, delle 700 persone che abbiamo valutato, più della metà avevano una forma di artrite reumatoide». Dati importanti, anche se relativi solo al territorio pavese: «Ma non escludiamo in futuro, con risorse adeguate, di poter ampliare il nostro servizio, magari cambiando il metodo di selezione, purtroppo non sostenibile sui grandi numeri», prosegue Caporali.
DIAGNOSI E TERAPIA – Il paziente con un sospetto di artrite viene subito segnalato al centro di Pavia, dove, nell’arco di una giornata, sarà sottoposto a una serie di esami standard (prelievo del sangue, radiografia di mani e piedi, ecografia delle articolazioni interessate)con l’aggiunta di altri ad hoc, a seconda dei sintomi che si presentano: «Grazie alla collaborazione del reparto di Reumatologia, del laboratorio di analisi chimico-cliniche e del servizio di radiologia del San Matteo, siamo in grado di fornire i risultati entro una settimana». E se c’è l’artrite si entra in terapia, con controlli frequenti: «Ogni due mesi per i primi sei mesi di trattamento, in seguito ogni 3 mesi». Per chi non è esente, il costo del ticket è di 200 euro: «Fino a 2 anni fa riuscivamo a garantire una prestazione totalmente gratuita, perché gli esami venivano effettuati in day hospital, ma purtroppo in Lombardia questo tipo di strutture dedicate alla diagnosi non sono più previste. Lo dico con rammarico, perché è capitato che, proprio a causa dei costi, alcuni scegliessero di non proseguire con gli esami, un errore che può essere molto dannoso», conclude Caporali.
RISCHI – I rischi più gravi riguardano, in particolare, l’artrite reumatoide, una malattia cronica e progressiva che colpisce le articolazioni mobili (soprattutto mani, piedi, polsi, ginocchia e gomiti). Se non viene trattata precocemente, causa gravi invalidità e, in alcuni casi, può anche accorciare la vita, per colpa di alcune complicazioni che possono interessare organi vitali.
Marta Mies
27 maggio 2010
fonte; Corriere della sera salute
Artrite reumatoide: le cliniche
«della diagnosi precoce»
Esistono strutture dedicate all'individuazione tempestiva della malattia per attuare le cure più efficaci
PAVIA – Se c’è un sospetto di artrite, meglio intervenire subito. La diagnosi precoce permette di evitare gravi disabilità, a volte anche irreversibili. per questo sanno nascendo le cosiddette Early artrithis clinic: strutture focalizzate su questo obiettivo.
PRONTO INTERVENTO – «È fondamentale che la prima visita avvenga dalle 6 settimane fino al massimo 12 mesi dalla comparsa dei primi sintomi, per questo la nostra lista d’attesa non supera mai i 15 giorni» , commenta Roberto Caporali, che dirige la Early artrithis clinic nata 6 anni fa all’interno della divisione di Reumatologia dell'ospedale San Matteo di Pavia, la prima, in Italia, a diventare una struttura autonoma. «L’efficienza del servizio è garantita dalla selezione dei pazienti, fatta direttamente negli ambulatori di medicina generale: per evitare problemi di intasamento, l’accesso al centro non può essere richiesto direttamente dal paziente. Per questo abbiamo informato i medici curanti di Pavia e provincia su quali siano i criteri di invio per una diagnosi precoce e, in effetti, delle 700 persone che abbiamo valutato, più della metà avevano una forma di artrite reumatoide». Dati importanti, anche se relativi solo al territorio pavese: «Ma non escludiamo in futuro, con risorse adeguate, di poter ampliare il nostro servizio, magari cambiando il metodo di selezione, purtroppo non sostenibile sui grandi numeri», prosegue Caporali.
DIAGNOSI E TERAPIA – Il paziente con un sospetto di artrite viene subito segnalato al centro di Pavia, dove, nell’arco di una giornata, sarà sottoposto a una serie di esami standard (prelievo del sangue, radiografia di mani e piedi, ecografia delle articolazioni interessate)con l’aggiunta di altri ad hoc, a seconda dei sintomi che si presentano: «Grazie alla collaborazione del reparto di Reumatologia, del laboratorio di analisi chimico-cliniche e del servizio di radiologia del San Matteo, siamo in grado di fornire i risultati entro una settimana». E se c’è l’artrite si entra in terapia, con controlli frequenti: «Ogni due mesi per i primi sei mesi di trattamento, in seguito ogni 3 mesi». Per chi non è esente, il costo del ticket è di 200 euro: «Fino a 2 anni fa riuscivamo a garantire una prestazione totalmente gratuita, perché gli esami venivano effettuati in day hospital, ma purtroppo in Lombardia questo tipo di strutture dedicate alla diagnosi non sono più previste. Lo dico con rammarico, perché è capitato che, proprio a causa dei costi, alcuni scegliessero di non proseguire con gli esami, un errore che può essere molto dannoso», conclude Caporali.
RISCHI – I rischi più gravi riguardano, in particolare, l’artrite reumatoide, una malattia cronica e progressiva che colpisce le articolazioni mobili (soprattutto mani, piedi, polsi, ginocchia e gomiti). Se non viene trattata precocemente, causa gravi invalidità e, in alcuni casi, può anche accorciare la vita, per colpa di alcune complicazioni che possono interessare organi vitali.
Marta Mies
27 maggio 2010
fonte; Corriere della sera salute
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