QUANDO IL MAL DI SCHIENA DEVE PREOCCUPARE
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QUANDO IL MAL DI SCHIENA DEVE PREOCCUPARE
Quando il mal di schiena deve preoccupare
Se il mal di schiena non vi dà pace da mesi, è necessario capire se si tratta di un problema di natura meccanica o infiammatoria. A sottolineare questa semplice, ma ancora poco nota, distinzione, sono gli esperti intervenuti a Berlino al recente Congresso dell'European League Against Rheumatism (Eular). «Un mal di schiena che dura da almeno tre mesi, con un dolore che aumenta con il movimento e diminuisce a riposo, è in genere legato a cause meccaniche, per esempio artrosi o patologie dei dischi vertebrali — spiega Ignazio Olivieri, direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata —. Nella lombalgia infiammatoria, invece, il dolore peggiora con il riposo, migliora con il movimento e si associa a rigidità mattutina. In questi casi i sintomi potrebbero essere la spia di malattie più invalidanti se non curate in tempo e in modo corretto, le spondiloartriti».
Le spondiloartriti sono un gruppo di malattie reumatiche di tipo infiammatorio che comportano alterazioni sia a carico della colonna vertebrale sia a carico delle articolazioni e dei tendini degli arti. «Vengono distinte in due categorie: le forme assiali, che comprendono la spondilite anchilosante e la spondiloartrite assiale senza evidenza radiologica (una forma precoce di spondilite anchilosante senza evidenze radiografiche di danno strutturale alla colonna), e le forme periferiche (artrite psoriasica, artrite reattiva, artrite associata a malattia intestinale infiammatoria e spondiloartrite indifferenziata) — puntualizza l'esperto —. Il mal di schiena infiammatorio è tipico delle forme assiali ed è importante formulare una diagnosi precoce per instaurare da subito una terapia in grado di prevenire il blocco funzionale della colonna e la conseguente disabilità».
Però, ancora molto spesso la diagnosi di spondiloartrite assiale arriva dopo 6-7 anni dalla comparsa della malattia. «Per favorire una diagnosi precoce è importante che il medico di famiglia, in presenza di una lombalgia di tipo infiammatorio che non passa da almeno tre mesi, invii il paziente al reumatologo — prosegue Olivieri —. Oggi, grazie alla risonanza magnetica, è possibile svelare anche le spondilartriti assiali invisibili alla radiografia, perché ancora in fase precoce: si tratta di condizioni che col tempo, in alcuni casi, possono evolvere in spondilite anchilosante. Il dolore di questi pazienti è lo stesso di quelli con spondilite anchilosante conclamata, pertanto l’obiettivo è curare al meglio e subito i casi precoci, con l'obiettivo di modificare la storia della malattia».
Se per il mal di schiena meccanico i capisaldi della terapia sono i farmaci analgesici, gli antinfiammatori non steroidei, le corrette abitudini posturali e la fisioterapia, nel caso della lombalgia infiammatoria a questo stesso armamentario sono stati aggiunti di recente i farmaci biologici, in particolare i cosiddetti anti-TNF. «Questi sono in grado di sopprimere l'infiammazione e quindi di ridurre il dolore e prevenire l'evoluzione del danno articolare — chiarisce Olivieri —. Attualmente la terapia con questi farmaci è riservata ai pazienti con diagnosi certa di spondilite anchilosante con evidenza radiologica di un danno alla colonna vertebrale, ma studi recenti ne mostrano i benefici anche nella spondiloartrite assiale "invisibile" alla radiografia».
Al Congresso di Berlino sono stati presentati i dati di uno studio su un farmaco anti-TNF (adalimumab) in pazienti con spondiloartrite assiale senza evidenza radiologica. Il medicinale non è ancora stato approvato con questa indicazione, ma il dossier per l'autorizzazione è già stato presentato all’Agenzia europea per i farmaci. «Lo studio — commenta Olivieri — ha indicato che il farmaco funziona anche in fase precoce, su pazienti che in media hanno 17-35 anni. Per loro finora arrivare a una diagnosi precoce voleva dire non poter essere trattati con questi medicinali in attesa di danni alla colonna evidenziabili con la radiografia e quindi irreversibili». In un prossimo futuro, però, le cose potrebbero cambiare, con importanti ricadute sulla qualità di vita di questi pazienti, che non saranno più "i malati che non guardano le stelle" a causa della fusione della colonna vertebrale (colonna a canna di bambù) causata dall’infiammazione cronica.
Antonella Sparvoli
18 giugno 2012 | 15:27
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enrico- gran-HLAB27+
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Re: QUANDO IL MAL DI SCHIENA DEVE PREOCCUPARE
Speriamo che si faccia sempre di più per la prevenzione di queste malattie, sopratutto perchè i giovani che ne soffrono possano avere una qualità di vita decente. Secondo me sono i medici di base che dovrebbero essere più preparati e aggiornati.
magi- gran-HLAB27+
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Re: QUANDO IL MAL DI SCHIENA DEVE PREOCCUPARE
magi ha scritto:Speriamo che si faccia sempre di più per la prevenzione di queste malattie, sopratutto perchè i giovani che ne soffrono possano avere una qualità di vita decente. Secondo me sono i medici di base che dovrebbero essere più preparati e aggiornati.
hai ragione....i medici di base non sono preparati. Sono stata io, ad esempio, a capire che mia zia è affetta da spa....l'ho capito subito, quando sono stata ospite a casa sua per una settimana. Ne ha parlato al suo medico che ha risposto: 'beh, può darsi, non ci avevo mai pensato'. sob
Elvira- gran-HLAB27+
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Re: QUANDO IL MAL DI SCHIENA DEVE PREOCCUPARE
cucciola ha scritto:magi ha scritto:Speriamo che si faccia sempre di più per la prevenzione di queste malattie, sopratutto perchè i giovani che ne soffrono possano avere una qualità di vita decente. Secondo me sono i medici di base che dovrebbero essere più preparati e aggiornati.
hai ragione....i medici di base non sono preparati. Sono stata io, ad esempio, a capire che mia zia è affetta da spa....l'ho capito subito, quando sono stata ospite a casa sua per una settimana. Ne ha parlato al suo medico che ha risposto: 'beh, può darsi, non ci avevo mai pensato'. sob
A me è successo più o meno lo stesso, quasi, quasi ho dovuto farmi la diagnosi da sola e insistere col medico affinchè mi mandi da un reumatologo. Lui continuava a farmi fare radiografie inutili e consigliarmi visite ortopediche e quando sono tornata da lui con la diagnosi certa, ho avuto l'impressione che ne sapesse meno di me della spondilite, per fortuna che la reuma è valida.
magi- gran-HLAB27+
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